Educazione finanziaria_Perchè parlarne con i ragazzi?

17 giugno 2022 attività

 

Quando si parla di finanza spesso si pensa a un argomento "da grandi" dimenticandosi, però, che è un tema che riguarda direttamente anche chi si sta preparando a diventarlo.

Per arrivare all'età adulta, infatti, consapevoli e pronti a gestire le proprie risorse è importante sapere come indirizzare le proprie scelte. O almeno sapere che ne possiamo compiere tante.

Per questo l'educazione finanziaria è diventata un altro degli strumenti di formazione che APS La Rotonda mette a disposizione dei ragazzi che incontra.

Se volete saperne di più a proposito di questo progetto di educazione finanziaria che stiamo realizzando a Baranzate leggete QUI.

Abbiamo chiesto, invece, a Giulia Anzani, Responsabile del Progetto Donne al Quadrato di Global Thinking Foundation, di spiegarci meglio perchè è importante parlare di educazione finanziaria ai giovani.

 

Perché è importante  proporre un percorso di educazione finanziaria per ragazzi under 17?

La generazione Z si è trovata ad attraversare il passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta durante una pandemia e sta affrontando tante difficoltà e incertezze nel progettare il proprio futuro. L’Italia secondo una recente indagine condotta dalla Commissione Europea, è il Paese con il record europeo di NEET, un paese quindi dove sempre più giovani tra i 15 e i 24 anni non studiano e non lavorano. La situazione si aggrava se pensiamo all’analisi condotta da Ipsos per Save The Children , per cui a causa della crisi, molti studenti tra i 14 e i 18 anni stanno pensando di abbandonare gli studi per aiutare le famiglie in difficoltà. Inoltre, i giovani adulti sono finanziariamente più fragili e con un livello di conoscenze finanziarie inferiori.

L’educazione finanziaria può essere uno strumento di inclusione.

Ad oggi è una responsabilità prettamente genitoriale. Tra i metodi di insegnamento applicati il più diffuso è l’educazione per simulazione: spronare i bambini a porsi degli obiettivi di risparmio, premiare con piccole somme il rispetto delle regole e il rendimento scolastico e parlare con loro della gestione del denaro. La classica «paghetta» di importo fisso e con regolare periodicità rimane il più tipico strumento educativo per insegnare a valutare il rapporto tra spesa e risparmio.

Global Thinking Foundation vuole affiancare le famiglie per accompagnare i ragazzi nei diversi passaggi della propria crescita sino all’età adulta, dialogando con loro, per insegnare la gestione dei risparmi e aumentare le loro opportunità di scelta, renderli più autonomi e indipendenti, contribuire alla serenità del loro futuro. Per questo la Fondazione ha sviluppato progetti dedicati ai più giovani: «YOUNG612+», la piattaforma formativa digitale per i più piccoli; «ImmaginiAMO Sostenibile», per informare e sensibilizzare i ragazzi delle scuole medie e superiori sui temi dell’Agenda 2030 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile; e infine «Libere di…VIVERE», il progetto di educazione civica digitale che avvicina i giovani all’educazione finaziaria, sensibilizzando sul tema della prevenzione ed il contrasto alla violenza economica attraverso la letteratura disegnata.

La Fondazione mette gratuitamente a disposizione dei ragazzi il materiale formativo e gli strumenti digitali come video-pillole didattiche, il Glossario di educazione finanziaria, podcast e contenuti interattivi, pensati per supportarli nel loro percorso di crescita, disponibili anche sulla nostra APP «Consapevoli e Indipendenti» in italiano e in inglese. Questi programmi si vanno ad integrare al percorso formativo proposto «Economia e Lavoro 4.0: i tuoi risparmi, il tuo futuro, le tue scelte» del Progetto Donne al Quadrato, le cui lezioni mirano all’inclusione sociale, finanziaria e lavorativa dei ragazzi.

 

Qual è la difficoltà maggiore che i ragazzi, oggi, possono incontrare in tema di economia e lavoro?

Un primo punto è il rapporto dei giovani con i dispositivi tecnologici: 8 anni è l’età media in cui i giovani iniziano ad utilizzarli e tra i 16 e i 18 anni il 99% dei giovani dispone di uno smartphone. Con la progressiva digitalizzazione dei pagamenti emerge il tema della gestione del denaro non più solo fisico ma digitale, attraverso le carte di debito o carte prepagate, con il 76% degli adolescenti che acquista su siti di e-commerce, spesso in autonomia. Un obiettivo è quindi favorire un approccio valoriale al denaro che i moderni sistemi di pagamento e le innovazioni nel sistema bancario hanno reso più astratto, facendo perdere la percezione delle spese sostenute a livello personale e familiare. Vengono spesso anche sottovalutati i rischi in termini di sicurezza informatica e quelli legati agli investimenti, basti pensare alle tanto discusse criptovalute che attirano e incuriosiscono le giovani generazioni.

I giovani risentono del clima attuale di incertezza, soprattutto quando si parla di cosa faranno «da grandi». Sono entusiasti ma allo stesso tempo spaventati da un nuovo mondo del lavoro sempre più dinamico e in continuo cambiamento, vogliono mettersi in gioco e imparare ma hanno paura di fare scelte sbagliate. La questione è che non esistono più scelte sbagliate e percorsi lineari, ma questi sono diventati eterogenei: la formazione è continua e parte integrante della vita ed è possibile cambiare ed evolversi con lo stesso ritmo con cui cambia il mondo del lavoro grazie alle innovazioni tecnologiche e approcci sempre più agili e flessibili.

 

Gestione del denaro e incertezza del futuro, cosa è possibile fare per aiutare i giovani?

È importante aiutare gli studenti che si avvicinano al mondo del lavoro a potenziare le conoscenze in fatto di economia e risparmio, per renderli più consapevoli delle loro scelte finanziarie. 

Con il percorso «Economia e Lavoro 4.0: i tuoi risparmi, il tuo futuro, le tue scelte» che è iniziato il 9 giugno, analizziamo i metodi per una corretta gestione dei risparmi, dagli strumenti per un’efficace pianificazione delle spese ai sistemi di pagamento, dalle opportunità che le innovazioni tecnologiche hanno creato nel mondo finanziario a come proteggersi dai rischi connessi. In questo caso si può innescare anche un passaggio generazionale inverso, in cui sono i giovani più attenti alle innovazioni, a trasmettere alle proprie famiglie ciò che hanno appreso.

E poi spazio al mondo del lavoro, per comprenderne opportunità e le sfide, partendo dal potenziale di ciascuno per trovare il giusto percorso formativo e lavorativo. Nel percorso parliamo di come creare e presentare un personale codice genetico professionale, formato da una combinazione unica e insostituibile di competenze tecnico-scientifiche e competenze ibride e trasversali, unite alla necessità di una alfabetizzazione digitale. Le competenze trasversali, sempre più importanti, sono la scintilla che alimenta e mantiene vive quelle tecniche, che in futuro dovranno aggiornarsi di continuo e daranno ai giovani capacità illimitata di adattamento, di abbracciare il cambiamento e di guidare l’innovazione, per essere in grado di affrontare problemi complessi e trovare le opportunità nascoste.

La necessità di una formazione che orienti nelle scelte formative e professionali, è nata in risposta al bisogno delle partecipanti ai nostri corsi per adulti, di fronteggiare dinamiche familiari sempre più complesse, unite alle sfide e ai cambiamenti che la digitalizzazione ha introdotto nel mondo del lavoro. Allo stesso modo, abbiamo rilevato nei ragazzi un bisogno, un interesse e una curiosità diffusi, di sviluppare competenze economico-finanziarie e digitali e altre conoscenze richieste dal mercato del lavoro, che spesso non trovano ancora spazio in ambito scolastico. La formazione vuole essere anche un momento importante di dialogo aperto e fattivo tra le generazioni digitali e quelle che grazie all’esperienza, possono offrire buone pratiche per evitare e affrontare problemi reali come l’isolamento sociale, il cyberbullismo e le lodopatie. Su questo ultimo tema, la Fondazione ha sviluppato il Progetto «Dipendenze: NO, grazie!», che ha lo scopo di prevenire e combattere il problema delle dipendenze comportamentali, spesso molto diffuse tra i più giovani, attraverso laboratori educativi e formativi.