Da Rotonda a Fondazione
La nostra avventura in quartiere inizia circa 8 anni fa:
Ogni storia comincia in un particolare contesto, un genius loci che entra nella storia e nella propria esperienza e che determina alcune scelte importanti. La storia e lo stile di lavoro di Parrocchia e Rotonda evolvono dentro gli stretti confini di un quartiere e dei suoi ambienti, dei suoi elementi protettivi e dei suoi fattori di rischio. Dentro questi spazi: palazzoni, appartamenti pluriabitati, negozi adibiti ad alloggi, abita la nostra gente, persone che non sempre hanno scelto di abitare qui, ma che come noi sono chiamati a cucire la loro storia di vita insieme agli elementi del contesto.
Rispondiamo ai bisogni e investiamo sulle persone del quartiere
In questi spazi poveri, trascurati, sovraffollati, quotidianamente si scrivono storie di fatica, di disagio, di povertà, ma anche di grande coraggio e prossimità. Lì dove il contesto è più segnato, si scoprono forme di vicinanza e prossimità che rischiano di essere dimenticate nei grandi contesti urbani. Questa è Baranzate, un melting pot di nazionalità e culture, una sartoria sociale fatta delle storie di vita delle persone, un contesto periferico dove la relazione è la vera risorsa, universale, valida per tutti e a costo zero.
Scegliere di operare in questo luogo, così particolare e piccolo nello stesso tempo, significa inaugurare uno stile di lavoro in grado di accompagnare le persone nelle loro fatiche quotidiane, portando insieme il peso dell’esistenza per sostenere il raggiungimento di piccoli, ma significativi obiettivi sulla strada dell’autonomia.
In questi anni, anche grazie alla collaborazione di tanti amici, Fondazioni, partner, molto è stato fatto in questo senso: ci siamo sforzati non solo di rispondere a bisogni crescenti (emergenza sanitaria, abitativa, mancanza di lavoro, dispersione scolastica), ma abbiamo scommesso ed investito su persone del Quartiere che oggi sono diventati punti di riferimento e agenti di cambiamento.
Lo spazio InOltre, leva generativa
Il nostro stile di lavoro ci ha abituato ad osservare come i cambiamenti più grandi e trasformativi nascono tutti da un incontro. Così è nato il Centro InOltre: dall’incontro tra due persone, Dott.ssa Bracco e Don Paolo, che hanno saputo unire i rispettivi sogni per farli divenire azione motrice del cambiamento.
A partire da quell’intuizione visionaria, un centro posizionato in mezzo al Quartiere capace di divenire sensibile ad apporti formativi e culturali provenienti dall’esterno e di sostenere l’azione territoriale dotandola di una più ampia cornice di riferimento, è nato il progetto InOltre. Questo spazio rappresenta l’espressione concreta del percorso generativo che sta vivendo l’Associazione La Rotonda: generatività è un agire che ammette l’esistenza di un prima, di un adesso e di un dopo, in relazione a cui si assume la responsabilità del proprio darsi, accettando di essere aperti a ciò che non si conosce. La generatività è dunque un’azione consapevole, diretta a uno scopo liberamente scelto, rispettosa del contesto e aperta al futuro: essa ricombina, riarticolandole, le categorie dell’innovazione (genialità) e della sostenibilità (eccedenza, gratuità, generosità)”. La generatività si fonda su un’alleanza per lo sviluppo, nella quale si evidenzi la centralità del lavoro umano e la natura sociale del profitto (Bruni). In questa prospettiva la generatività insieme al dono, alla gratuità, ai beni relazionali, alla reciprocità e alla centralità della persona, rappresenta un elemento fondante l’azione economica e può divenire un fattore di competitività, di innovazione sociale ed economica. Il benessere individuale diventa fondamento di un benessere comune.
Essenziale diventa il processo per raggiungere un obiettivo, perché nel cammino si scrive la storia. «lo sviluppo dei territori è connesso sempre più allo crescita di comunità “generative”, capaci di essere alveo di promozione (educativa, perché no?!) del capitale umano e sociale delle persone” (Notarstefano).
Cosa occorre ancora? Dalla Miniera al Cristallo
L'Associazione desidera, attraverso lo strumento della fondazione di partecipazione, inaugurare una nuova stagione progettuale capace di attrarre nuove forze e in grado di contagiare nuove periferie con il proprio modello di comunità.
Il consiglio direttivo dell'Associazione ha ritenuto quindi che lo strumento della fondazione di partecipazione potesse agevolare l'avvicinamento di nuovi interlocutori progettuali capaci di sentirsi protagonisti di un progetto di cambiamento e desiderosi di poter unire le forze per contangiare nuovi spazi di pensiero e di azione. La Fondazione ha il grande obiettivo quindi di trasformare la miniera Baranzate in Cristallo: un elemento visibile, prezioso, nato dal basso, ma capace di riflettere la luce, rispettoso del sottosuolo, diverso a seconda del contesto in cui si sviluppa. La mission della Fondazione si può riassumere attraverso le principali finalità che essa si pone, punto di partenza e non di arrivo del proprio agire progettuale.
Alla periferia manca un CENTRO
In questi anni Rotonda e Parrocchia si sono impegnate ad abitare il Quartiere, ad uscire in strada abbandonando certezze, uffici, Chiese, sportelli. Abbiamo creato diversi poli attrattivi, diversi nuclei di attività, facendo coincidere la sede dei progetti con l'intero territorio. Ripercorrendo idealmente quanto avviene quando si arriva in un nuovo paese, abbiamo aperto il nostro sguardo cercando di inserirci nel tessuto sociale e provando a creare punti fermi nel territorio che potessero rappresentare "porti sicuri" per l'azione di Parrocchia e Rotonda, ma anche per i nostri concittadini. L'azione non ha perso vigore, né ha perso di vista il senso, ma ci rendiamo conto il cammino verso l'autonomia e la crescita passa attraverso la creazione di un Centro propulsore in grado di convogliare le forze esterne e ridare senso al proprio essere-nel-quartiere. Senza Centro si può continuare ad agire, ci si muove comunque in tutte le direzioni, ma si rischia di perdere equilibrio, coerenza e con il tempo vengono meno forze e la radice della propria azione. Senza Centro si rimane in una dimensione di provvisorietà: ci si sente capaci di agire nell'immediato, ma in difficoltà nel progettare il futuro. Senza centro, si perde facilmente l'equilibrio, si rimane sbilanciati in un rischio che non ha nulla di calcolato.
Un centro invece serve ad orientare l'azione, a garantire non solo la possibilità di vivere in equilibrio, ma apre a nuove possibilità di movimento: è questo infine quello che desideriamo raggiungere.
Un centro che si fa carovana solidale
Il lavoro territoriale non ha bisogno di una sede, ma di un centro in grado di guidare il cambiamento, di rimanere in movimento dettando un ritmo preciso all'azione, consapevoli che nella mobilità è contenuta la legge della stabilità intesa come equilibrio dinamico. Immaginiamo quindi uno spazio che abbraccia la precarietà come stile, come possibilità di aprirsi a nuove forme con l'intento di non lasciare indietro nessuno. Immaginiamo uno spazio inclusivo, centro di lavoro, spazio di pensiero, luogo complice di occasioni di incontro e confronto. La sfida progettuale sta nella creazione di uno spazio che sfugga alle classificazioni, ma che sia in grado di incarnare il modello di lavoro in Quartiere: un luogo in cui la relazione tra le persone sia il centro, il reciproco scambio, la cura vicendevole e l'attenzione al bello come educazione. Immaginiamo uno spazio di cura e attenzione alle dimensioni fondamentali della vita: cibo, cultura, educazione, formazione.
Portare il centro in periferia, è la perfiferia al centro
Il nostro progetto vuole quindi portare alla creazione di un luogo che sappia sintetizzare il lavoro di Rotonda e Parrocchia in quartiere, dove possano trovare spazio alcune importanti attività progettuali, ma che sappia divenire sensibile ad apporti formativi e culturali provenienti dall'esterno per sostenere l'azione territoriale dotandola di una più ampia cornice di riferimento. Ci piace pensare al Centro InOltre come luogo di formazione, uno spazio che possa ospitare occasioni di studio e di convegno che mettano a tema la povertà, l'inclusione, l'uguaglianza, l'educazione e le periferie. Immaginiamo quindi di poter portare il centro il periferia, attivando un dialogo continuo e diretto tra centro e periferia.
UN CENTRO DONNA: ispirato dalla Dott.ssa Bracco e dedicato a Madre Teresa
Immaginiamo un centro che riesca a incarnare le principali caratteristiche delle donne. Culturalmente e geneticamente alla donna è associata la cura alimentare: lo spazio InOltre prevederà una forte attenzione al tema alimentare dedicando un grande spazio alla distribuzione e al sostegno alimentare.
L’attenzione e la cura della relazione
Madre Teresa, donna a cui verrà dedicato il centro, è l’emblema della donna che si fa carico dell’umanità ferita, capace di prendersi cura delle persone attivando relazioni non solo di aiuto, ma di reciprocità. Il Centro INOLtre vuole essere idealmente il centro di tutti, spazio di ascolto, accompagnamento e servizio. Spazio di crescita e di rinascita, luogo in cui si generano relazioni in grado di generare cambiamento nelle vite di singoli e famiglie.
La donna si prende cura degli spazi ed educa attraverso il bello
Il bello educa e da solo è in grado di trasmettere messaggi alti parlando una lingua universale. Lo spazio INOLtre sarà bello perchè curato, vissuto e ordinato, organizzato in maniera tale che ciascuno possa sentirsi accolto. Non immaginiamo un luogo sfarzoso, ma un ambiente dignitoso e costruito in maniera funzionale rispetto alle attività che internamente verranno ospitate.
La donna è il veicolo primario della trasmissione culturale.
Lo spazio INOLtre accoglierà occasioni formative e culturali rivolte non unicamente alla cittadinanza di Baranzate, ma ospitando anche momenti di studio e di convegno su temi importanti quali la povertà, l’alimentazione, l’inclusione sociale e la riduzione delle disuguaglianze.
Lo spazio INOLtre è generativo, dinamico, luogo di intreccio tra il particolare e l’universale, il cielo è il suo soffitto.