Con le parole di Silvia, Giuseppe, Awa, Maria e tanti altri
Con le parole di Silvia, Giuseppe, Awa, Maria e tanti altri perché sono le parole di chi ci chiede aiuto quando è in difficoltà, di chi ci ringrazia quando torna a essere autonomo e di chi ci sostiene ogni giorno.
Sono le vostre parole e solo con voi possiamo continuare a fare il nostro lavoro qui a La Rotonda.
Sono le storie di Awa che con la sua famiglia ha trovato casa all'interno di uno dei nostri appartamenti di Housing Sociale oppure di Giuseppe che ogni settimana incontriamo all'Emporio quando viene a fare la spesa o di Maria che ogni anno sostiene la nostra associazione grazie una semplice firma sul suo 5x1000.
Sono storie che raccontano una comunità, quella di APS La Rotonda, in cui ci sono problemi ma ci sono, soprattutto, opportunità.
Quella che vi raccontiamo questa volta, invece, è la storia di Silvia.
Silvia è una ragazza di 31 anni che abbiamo conosciuto pochi mesi fa nel nostro laboratorio sartoriale a Baranzate durante uno dei nostri progetti dedicati all'empowerment femminile.
COME MAI SEI ARRIVATA DA NOI?
Per passione e per lavoro. Ho una piccola attività di rivendita di capi vintage che vorrei ampliare con nuovi servizi. Mi piacerebbe poter recuperare vecchi abiti rovinati e ridargli nuova vita con piccole modifiche sartoriali. Finora è stata mia nonna a insegnarmi qualche trucco ma ora ha qualche difficoltà, quindi, vorrei diventare autonoma anche su questo e seguire la tradizione di famiglia.
Silvia ha seguito un corso di sartoria base all'interno del nostro laboratorio. Un corso destinato alle donne con l'obiettivo di fornire loro strumenti per avviare una nuova professione o migliorare quella che già svolgono.
COSA TI È PIACIUTO DEL CORSO?
Le persone, senz'altro. E'grazie a queste che ho potuto imparare così tanto in così poco tempo.
Le insegnanti sono state preziose, ci hanno donato cuore e pazienza oltre a tanta professionalità. Il primo giorno ci hanno detto: "Uscirete di qui che saprete cucire" e noi ci siamo guardate perplesse. Invece avevano ragione loro, oggi so cucire e ho capito che anche se a volte qualcosa mi sembra impossibile non è detto, poi, che lo sia per davvero.
E poi le mie compagne. Ognuna di noi aveva una storia differente, alcune semplici altre, invece, sembrava fossero uscite da un film. Durante le pause ho ascoltato racconti molto difficili, al pensiero ancora mi commuovo ma la cosa che ricordo con più piacere è la voglia di ricominciare che ci accomunava, qualunque fosse il nostro passato. È questo che ha funzionato, la nostra diversità: alcune non sapevano la lingua altre non sapevano cucire ma tutte avevamo lo stesso obiettivo e ci siamo aiutate a vicenda per raggiungerlo.
COSA TI AUGURI PER IL TUO FUTURO?
Mi piacerebbe aprire un laboratorio per vendere abbigliamento vintage in cui, però, dedicare un'area al restyling personalizzato dei capi usati. Un modo per continuare a dare nuova vita agli indumenti che indossiamo. E poi chissà continuare a incontrare le mie compagne per tenerci aggiornate sulle nostre vite e magari partecipare a un altro vostro corso, questa volta per specializzarmi.
Una macchina da cucire, mani esperte da seguire e tanti occhi che si guardano con attenzione possono dar vita a grandi progetti che, ne siamo convinti, in futuro in molti conosceremo.
Chiudiamo questo racconto così come lo abbiamo iniziato, ovvero con le parole di Silvia:
Spero sia un'attività che ripeterete perché penso possa aiutare le donne a visualizzare e raggiungere un obiettivo professionale importante.
È un'esperienza che regala entusiasmo e soprattutto la possibilità di rifiorire, proprio come dice il nome del laboratorio (ndr Fiori all'Occhiello).