Un invito a cena

18 aprile 2023 attività

Lo scorso 17 marzo c'è stata una delle cene conviviali per gli abitanti di Via Gorizia 5, uno stabile in cui ci sono sia gli appartamenti di housing sociale gestiti da La Rotonda, che gli appartamenti gestiti da altre realtà. Per Giulia, Cooridnatrice del servizio era la prima cena di Housing. Nell'organizzarla era un pò preoccupata, ma aveva deciso di puntare in alto e di non invitare solo le famiglie seguite da La Rotonda, ma tutte quelle con le quali, nel quotidiano, gli opratori hanno instaurato un buon rapporto, dal semplice saluto di passaggio sulle scale agli incontri nella sala d'aspetto dell'Emporio. 

"Alla cena erano presenti quasi tutti i nuclei ospitati nello stabile. Ogni famiglia ha portato una parte di sé: un piatto tipico del proprio paese di origine. Ogni piatto ha riempito la sala dell’oratorio S. Arialdo di profumi, alcuni etnici e lontani, altri più conosciuti. La cucina e i sapori hanno sempre avuto un grande potere, quello di smuovere ricordi e di accendere il desiderio di condividere le proprie storie e i propri pensieri attraverso la convivialità. La voglia di assaggiare tutto era incontenibile e nessuno è rimasto deluso. Ciascuno si è messo in gioco preparando qualcosa di buono per tutti." ci racconta Giulia.

Nei giorni precedenti era stato chiesto alle famiglie di inviare una loro foto, che poi è stata attaccata su un cartellone che rappresentava il mondo. Ciascuna foto posizionata sul paese di provenienza, rappresentava la voglia di costruire legami nonostante le diversità.

Insieme alle famiglie di via Gorizia sono venute anche le mamme ospitate negli appartamenti del progetto Atlantide, un servizio pilota rivolto a nuclei mono genitoriali in situazione di emergenza abitativa e disagio socio-familiare, già in carico ai Servizi Sociali territoriali o al Servizio Minori del territorio. Una di loro, inserita nel nostro appartamento con i suoi bambini solo qualche giorno prima, ci ha comunicato di essere un po’ spaventata, intimorita e preoccupata per il suo futuro: per la prima volta si stava sperimentando da sola nella gestione della famiglia e delle proprie risorse. Con l’ingresso nella sala in cui c'erano tutte le altre famiglie si è sentita parte di un percorso più grande ed articolato rispetto al sui personale. Il viso triste si è trasformato in un volto capace di donare risate e di intrattenere piacevoli chiacchiere con le altre mamme, potenziali nuove amiche, fonte di stimolo anche per la propria riuscita personale. 

"Quella sera ho avuto l’opportunità di conoscere, ancora una volta, persone nuove perché la richiesta “posso portare un amico” è sempre un’ottima idea per poter rendere tutti parte di una comunità capace di creare legami preziosi ed arricchenti e di continuare ad abitare per davvero il tuo territorio. Lavorare in housing è un grande regalo: ciò che dai è nulla in confronto all’amore da cui vieni sommersa."